Giugno 7

Se la scuola dei piccoli animerà il dibattito …

Hands CircleSe la scuola dei piccoli animerà il dibattito …
di Paola Bortoletto

L’occasione è quella del dibattitto voluto intorno alla bozza “Documento base – Linee pedagogiche per il sistema integrato “zerosei”, presentate ufficialmente il 31 marzo scorso alla presenza del Ministro prof. P. Bianchi e del presidente della Commissione nazionale per il Sistema integrato di educazione e istruzione che le ha elaborate, il compianto e indimenticato G. Cerini.
Le successive consultazioni pubbliche degli stakeholders a partire dalle Associazioni professionali di docenti e dirigenti a quelle dei genitori, al terzo settore e le schede da compilare rivolte ad una vasta platea, dal singolo genitore alle già citate associazioni (ma quanti lo faranno!), si concluderanno il 10 luglio 2021 e potranno offrire spunti interessanti agli estensori, per licenziare un documento realmente condiviso e arricchito di punti di vista.
Di fronte a ineludibili richieste di senso e di sistema che possano facilitare la ripresa dei tassi di natalità; coltivare la vocazione all’accoglienza, favorire le pari opportunità nella crescita economica, sociale, civica; contrastare la povertà materiale e la povertà educativa e ridurre i rischi dell’insuccesso educativo, il Decreto legislativo n. 65/2017 da cui ha preso forma la Commissione citata che ha elaborato le 40 pagine di Linee pedagogiche, punta a valorizzare il sistema integrato 0 – 6 anni, mettendo al centro i diritti delle bambine e dei bambini con l’obiettivo precipuo di far superare le profonde disuguaglianze, vissute e ancor più acuite dalla pandemia, proprio grazie ad un intervento di educazione ed istruzione di qualità sin dalla più tenera età. La missione 4 del PNRR evidenzia, infatti che si deve continuare ad investire nell’estensione della rete 0 – 6 anni e attraverso le risorse europee si deve raggiungere per lo 0 – 3 l’obiettivo europeo del 33% di accessibilità, dato il grave ritardo in cui versa il nostro Paese, oltre a lavorare per la generalizzazione della scuola dell’infanzia, intervenendo a sostegno soprattutto delle famiglie più fragili.
ANDIS, l’Associazione Nazionale Dirigenti scolastici, fra le proposte al governo per il PNRR ha evidenziato la necessità di mettere in campo un’idea di perequazione degli interventi volta a sanare i forti squilibri esistenti nel nostro Paese, in termini di infrastrutture e di servizi (nidi, scuole dell’infanzia, …), squilibri che si ripercuotono in modo drammatico anche sui risultati dell’azione educativa. Senza la scuola le disuguaglianze sono destinate ad accentuarsi e forse irrimediabilmente.
La necessità di una rete di strutture educative, di nidi, di scuole dell’infanzia rappresenta una prospettiva che mette al centro il bambino e la risposta competente ai suoi bisogni di crescita, di sviluppo, di apprendimento. Nidi e scuole dell’infanzia hanno due storie distinte che il progetto 0-6 vuole rispettare nelle identità delle due strutture, non annullandole, anzi rafforzandole attraverso la costruzione di un contesto in cui vi sia dialogo, sostenuto da un lessico pedagogico condiviso: parole come cura, routine, contesto, benessere, corpo devono intrecciarsi
con quelle di sviluppo, competenza, apprendimento, gioco, linguaggi, campi di esperienza.
Le Linee pedagogiche rappresentano una cornice di senso al sistema 0-6, sulla base dei documenti europei, quale ad esempio la fondamentale raccomandazione della
Commissione europea del maggio 2019, e delle norme italiane.
Nel Capitolo 1^ – I diritti dei bambini è significativo l’aver sottolineato il passaggio da una stagione socio-assistenziale ad un progetto educativo, in cui centrali siano i diritti del bambino all’educazione e all’apprendimento. Nel progetto educativo si mette al centro il bambino per promuovere il suo sviluppo attraverso un ambiente sicuro, in cui progressivamente siano perseguite sia vicinanza che distanziamento, cura ed educazione.
Con il progetto 0 – 6 si dovrebbe trasformare una domanda sociale in un progetto educativo che concili bisogni come il lavoro, l’organizzazione familiare, l’emancipazione femminile.
Nel Capitolo 2^ – Un ecosistema formativo si tratteggiano i grandi cambiamenti che riguardano la nostra società, i cambiamenti nelle famiglie, nella cultura, nelle tecnologie, negli stili di vita. Nel documento si rileva il ruolo attribuito alle famiglie, ai genitori per cercare di costruire un rapporto di fiducia verso le istituzioni, a partire da una delle prime istituzioni che le famiglie possono incontrare. La famiglia è parte di una comunità in cui si impara non solo ad accompagnare, ma anche ad anticipare le trasformazioni della società.
Nel Capitolo 3^ – La centralità dei bambini, le linee pedagogiche vogliono riscoprire il bambino; cogliendone le caratteristiche dinamiche evolutive.
Nelle Linee si ribadisce che ciascuna bambina e ciascun bambino sono unici, irripetibili, ma per crescere hanno bisogno degli altri, di altri bambini, di adulti competenti, di genitori sereni perché possono contare sul supporto di servizi e di scuole di qualità.
Rappresenta una potente sfida educativa il fatto che i bisogni dei bambini non devono essere contrapposti a quelli dei genitori. L’accento va posto sulla necessità di cambiare mentalità generale per creare realisticamente una conciliazione educativa rinnovata, in cui l’alleanza tra scuola, servizi e famiglie sia molto forte, in cui il bambino progressivamente sia capace di autoregolarsi, di alimentare la sua curiosità, superando il prevedibile e lo standardizzabile, in un contesto ricco di stimoli.
Nel Capitolo 4^ – Curricolo e progettualità: le scelte organizzative, si evidenziano gli obblighi dell’adulto verso il bambino che non deve crescere da solo, ma deve essere accolto in un ambiente ad alta intensità relazionale, luogo di cura, caratterizzato da responsabilità etica e da attenzione a tutte le manifestazioni dei piccoli. Importante la sottolineatura di uno spazio “parlante”, di un ambiente inteso come terzo educatore, di un tempo connotato pedagogicamente.
Un ideale curricolo 0-6 dovrebbe:
– favorire il benessere e soddisfare i bisogni e il potenziale unici di ciascun bambino;
– garantire equilibrio tra sviluppo socio-emotivo e cognitivo;
– promuovere partecipazione, iniziativa, autonomia, creatività, ma anche
empatia, rispetto reciproco, uguaglianza, diversità;
– promuovere l’ascolto attraverso un ambiente inclusivo;
– favorire il contatto con le lingue e l’apprendimento linguistico precoce;
– sensibilizzare gli operatori sull’uso corretto del digitale;
– promuovere la continuità orizzontale e verticale.
Nel Capitolo 5^ – Coordinate della professionalità emerge un adulto che deve saper svolgere un accompagnamento competente alla crescita del bambino e vi si illustra lo specifico investimento sulla professionalità. Nella cassetta degli attrezzi degli educatori non devono mancare l’osservazione, la documentazione e una valutazione formativa, intesa come capacità di leggere la crescita e lo sviluppo in termini di competenze sempre più piene.
I cinque profili professionali che si vorrebbe caratterizzassero l’insegnante sono esaustivi, pur se potrebbero essere ulteriormente integrati. Dall’Adulto accogliente all’ Adulto incoraggiante; dall’Adulto “regista”, già presente negli Orientamenti ‘91 e nelle Indicazioni Nazionali 2012 all’Adulto responsabile fino all’ Adulto partecipe, che potrebbe essere integrato dall’Adulto in ascolto.
Per avere servizi di qualità 0 – 6, però è basilare la qualità del personale 0 – 6. Infatti, la qualificazione del personale rimanda alla formazione iniziale ed in servizio in forma unitaria, elemento individuato già dal Decreto legislativo n. 65/2017, ma che ha ancora un lungo percorso da compiere.
Si aggiunga una formazione continua in dialogo con il segmento successivo, che può essere ben raccordato negli Istituti Comprensivi e che può trovare nelle “sezioni primavera” spazi di riflessione e di ricerca inesauribili.
Nel Capitolo 6^ – Le garanzie della governance, già ben delineate nel Decreto 65, le responsabilità statali si dovrebbero integrare con quelle dei territori, dei contesti e delle realtà operative.
Il percorso 0-6 è sostanzialmente costituito da due strutture (educative) diverse con specifiche identità organizzative e istituzionali:
•l’asilo nido, che risponde a circa il 23% della fascia di età (0-3 anni), con pilotaggio legislativo regionale e gestione affidata ai comuni e a privati convenzionati e/o autorizzati (50% circa per i due comparti);
•la scuola dell’infanzia, che risponde a circa il 95% della fascia di età (3-6 anni), con pilotaggio legislativo statale e gestione affidata allo Stato (60%), ai Comuni (10%), al privato paritario (30%).
Servizi e scuole dell’infanzia, nelle loro tipologie e nella loro diffusione, costituiscono, usando una metafora di Giancarlo Cerini, dei punti luce che forse non sempre si vedono l’uno con l’altro.
Solo sporadicamente, in modo occasionale e non strutturato, lo 0 – 3 e il 3 – 6 sono riusciti a dialogare, con riferimento agli aspetti pedagogici, organizzativi, strutturali, istituzionali che risultano radicati in realtà assolutamente differenti.
Essi compongono i tasselli di un mosaico in cui ciascun elemento è speciale, riconoscibile, con una propria identità, ma dovrebbero non essere frammentati proprio per sostenere le innovazioni. Tra queste ultime si annoverano i poli per l’infanzia, realizzabili secondo i bisogni dei territori, vere potenzialità per contesti differenti, sistemi ragionati e flessibili, e il coordinamento pedagogico, aspetto già esistente, ma per quanto riguarda i servizi per l’infanzia indicato per la prima volta con chiarezza in un documento di indirizzo, da coordinare attraverso una cabina di regia a livello ministeriale. In questo senso molto c’è ancora da fare.
Il primo punto di contatto vero è costituito dal Decreto legislativo n. 65 del 2017
e le Linee pedagogiche costituiscono un elemento che tenta di unificare lo 0 – 6, con valenza prettamente pedagogica, ma anche con istanze di tipo organizzativo, gestionale, pur se debolmente declinate.
Forte è, infatti la necessità di certezze a lungo termine e nell’ordinario delle risorse per il sistema.
Le scuole ed i territori sono di fronte ad una sfida da non perdere per rimettere al centro le bambine e i bambini e la loro crescita, che sarà anche quella di un intero Paese.


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Posted 7 Giugno 2021 by admin in category articoli