IL MANIFESTO SULLA DISPERSIONE SCOLASTICA
Il manifesto della dispersione scolastica
di Mario Di Maio e Gennaro Salzano
“ancora più importante di ciò che si sta
insegnando, è il modo in cui l’insegnamento
viene impartito e a chi è rivolto”
( Thomas Gordon)
Nell’ambito del progetto promosso dal Direttivo provinciale della Sezione ANDIS di Napoli sulla dispersione scolastica, è stato elaborato un dossier, dal titolo “Affrontare le sfide dell’analfabetismo funzionale e della povertà educativa per contrastare la dispersione scolastica: esperienze e riflessioni”
Facendo seguito ad una recente pubblicazione sul Blog dell’ANDIS di un precedente intervento di diffusione del documento, si è ritenuto opportuno pubblicare anche un estratto dello stesso dossier, dal titolo “Il manifesto sulla dispersione scolastica”.
La cooperazione istituzionale e la partecipazione responsabile e professionale dei docenti coinvolti hanno consentito di analizzare in maniera approfondita la questione della dispersione scolastica sotto vari aspetti, contribuendo a determinare una tensione emotiva positiva associata ad una accurata ricerca di campo. Tale prospettiva, che si è avvalsa della ricerca-azione come modulo formativo, ha avuto come assi portanti: la novità dei contenuti, la concretezza degli interventi, l’aderenza al territorio, la trasferibilità dell’esperienza per una formazione professionale motivante e produttiva nei confronti delle problematiche adolescenziali, in particolare per quelle relative al disagio scolastico.
Le diverse questioni metodologiche affrontate nel corso degli incontri sono servite a promuovere una ricerca ampia, finalizzata a raccogliere, esaminare e interpretare dati riguardanti la partecipazione delle scuole napoletane al progetto finanziato dall’UE – Next Generation EU della Missione 4–Componente1–Investimento 1.4, nell’ambito del PNRR Istruzione “La scuola per l’Italia di domani”.
Lo sviluppo progettuale ha richiesto ai docenti partecipanti di riflettere e valutare con la tecnica del confronto continuo, vagliando sistematicamente le idee proposte, le soluzioni adottate, i risultati conseguiti, assumendo un atteggiamento favorevole al dialogo, per costruire un gruppo di studio positivo, impostato sulla ricerca individuale e collettiva e sull’esperienza realmente vissuta e condivisa.
Le considerazioni condivise, che sono sorte a seguito degli incontri con i docenti dell’ITIS Medi di San Giorgio a Cremano e dell’IC Falcone di Volla, hanno indirizzato a rappresentare le molteplici tematiche affrontate anche con un modello comunicativo immediato ed efficace, individuando nella descrizione sintetica e divulgativa del Manifesto la soluzione più appropriata.
Comprendere le continue sfide che il contesto sociale, economico, culturale pone all’attività formativa della scuola è diventato un aspetto prevalente che richiede una piena consapevolezza della scuola militante, una sorta di movimento dal basso, per orientare la propria azione a sviluppare le capacità gestionali, organizzative e pedagogiche (istituzione-comunità), in relazione alle necessità dei tempi e dei luoghi (Scuola-Territorio).
Elemento fondante di questo sistema è la rete di comunicazione per socializzare profili di intervento, per scambiare idee, per interagire e condividere soluzioni, tenendo ben presente che la qualità della rete interferisce sulla comunicazione stessa. La nascita di gruppi professionali, di comunità di pratiche siano esse tangibili, legate al luogo di appartenenza, o virtuali, collegate in rete, rappresentano un’opportunità per promuovere una relazione generativa finalizzata a creare i presupposti professionali e motivazionali per un arricchimento reciproco.
Il sistema scolastico, in linea con il senso della trasparenza e della democraticità, non può nascondersi e deve provvedere, da un lato, a innovare l’approccio didattico per animare un processo di insegnamento/apprendimento dinamico e cooperativo e, dall’altro lato, di superare quelle barriere comunicative che alimentano il gravoso problema della dispersione scolastica (implicita ed esplicita) e il precoce abbandono scolastico, che, purtroppo, spesso diventa definitivo, senza ritorno, senza speranza.
Il Manifesto nasce quindi dal desiderio di condividere l’esperienza professionale in cui ciascun docente ha mostrato sensibilità, contribuendo, in forza di un’accurata analisi sociale e culturale del contesto, a promuovere un significativo interesse nei confronti di un fenomeno che ha la necessità di elevare il livello delle dinamiche relazionali sottese al processo di insegnamento/apprendimento e il contributo responsabile della famiglia e degli altri attori territoriali (enti, associazioni professionali e terzo settore), a tutela del presente e del futuro delle giovani generazioni cui è strettamente collegato il progresso materiale e culturale della società.
Per una riflessione ponderata, consapevole e pragmatica del fenomeno complesso e multifattoriale della dispersione scolastica in dialogo con la scuola
1. La selezione di classe (sociale, di genere, familiare, etnica, economica, culturale), già individuata dal prete di Barbiana, Don Lorenzo Milani, come una delle cause dell’allontanamento degli studenti da una regolare partecipazione al processo educativo e d’istruzione, è, ancora oggi, elemento organico di quel fenomeno complesso e multifattoriale rappresentato dalla dispersione scolastica.
2. Il disagio e la dispersione afferiscono alla cura del minore, che ricade nella responsabilità delle famiglie, della scuola e di tutti coloro che si occupano di attività per e con i minori.
3. Gli episodi di insofferenza, di bullismo e di cyberbullismo che spesso si registrano nel variegato mondo adolescenziale sono indicatori di un’angoscia, di una fragilità, di una separazione tra il ruolo affettivo di adolescente e il ruolo sociale di studente, una sorta di contrapposizione, di dualismo tra quello che il soggetto prova, ma non sempre riesce a esprimere, e quello che l’istituzione scolastica percepisce, ma non sempre riesce a riconoscere.
4. La presenza contemporanea di una dispersione scolastica esplicita, collegata al mancato e/o irregolare processo di scolarizzazione (abbandono scolastico precoce) e di una implicita, correlata al conseguimento di un titolo di studio secondario, ma non delle competenze necessarie alla società odierna, priva, di fatto, l’autonomo inserimento sociale dei giovani (analfabetismo funzionale).
5. La dispersione scolastica, sintomo di un malessere profondo, delinea un processo di degrado educativo e formativo che da un iniziale fenomeno di disagio giunge, attraverso fenomeni di insuccesso e di esclusione, ad acute forme di disadattamento, incrinando, così, quel rapporto di fiducia tra l’alunno/a, la famiglia, la scuola e il territorio.
6. L’abbandono scolastico e la povertà educativa hanno impatti profondi e duraturi sulle vite degli individui e sulle società in cui vivono, influenzando non solo il percorso educativo, ma anche il benessere socio-economico e lo sviluppo delle comunità di appartenenza con evidenti conseguenze riscontrabili nel fenomeno dei Not in Education, Employment or Training (NEET).
7. Le pratiche di accoglienza e di orientamento rappresentano percorsi essenziali per fronteggiare il disagio giovanile e scolastico con tecniche comunicative, strategie motivazionali e metodologie didattiche a sostegno di una relazione educativa che miri alla crescita personale e all’apprendimento, perché nessuno venga lasciato indietro nel percorso educativo.
8. La funzione di spazio educativo degli ambienti di apprendimento è parte integrante dello sviluppo cognitivo e sociale per programmare specifici interventi di didattica inclusiva in cui allievi, educatori, docenti si sentano a loro agio e sviluppino il piacere di fare insieme.
9. Le azioni di monitoraggio (locali, regionali, nazionali, internazionali), per una valutazione approfondita della dispersione scolastica, rappresentano validi strumenti nel campo della ricerca per determinare l’efficacia delle strategie adoperate e guidare l’adattamento continuo delle iniziative in relazione alle pratiche educative.
10. La prevenzione della dispersione scolastica/abbandono scolastico richiede una risposta sistematica che ha il suo nucleo centrale in un intervento strutturato, (permanente e continuo), differenziato (flessibile e misurabile) e territoriale (interistituzionale e comunitario), nei confronti delle difficoltà che impediscono ad alunni e alunne di vivere positivamente la scuola nel contesto sociale di riferimento.
11. Il processo multifattoriale e complesso della dispersione richiede, sotto il profilo operativo, di fare appello al sistema integrato di istruzione, affinché tutti i mezzi dell’educazione e della formazione (formale, non-formale o informale) contribuiscano nel processo sociale di apprendimento.
12. La scuola si colloca come centro propulsivo per una progettualità declinata sull’analisi dei dati relativa alla situazione specifica di contesto e pianificata da un piano esecutivo scandito nei tempi e nei modi ed aperto al dialogo sui bisogni degli alunni.
13. Il riconoscimento per una più qualificata ed intenzionale idea di Scuola come agenzia educativa del territorio è imprescindibile e deve essere sostenuta con maggiore consapevolezza per promuovere un’istruzione che sia alimento d’umanità, che sia conoscenza e soprattutto interpretazione del mondo, perché la scuola cresce se cresce l’intera comunità.
14. Il processo di costruzione della comunità educante, come espressione di un processo condiviso, fondato su un approccio partecipativo, cooperativo, solidale della società, è essenziale per siglare alleanze territoriali tra scuole, enti locali, soggetti del terzo settore e del civismo attivo centrate sulla pari dignità e sul reciproco riconoscimento di tutti gli attori coinvolti.
15. I patti territoriali devono crescere proprio nei contesti dove le condizioni sociali, culturali, economiche sono più precarie per favorire un supporto più efficace e garantire un più equo sistema di opportunità nei confronti di chi parte svantaggiato.
I promotori di questo manifesto sono informati e consapevoli:
· delle reali difficoltà, ma anche delle carenze strutturali che si sono accumulate;
· degli ostacoli da superare, ma anche delle sfide da affrontare;
· delle manifestate diffidenze, ma anche delle opportunità offerte dal cambiamento;
· delle complessità intra e inter istituzionali, ma anche delle potenzialità delle risorse umane;
· della diversa natura dei fattori della dispersione, ma sono altrettanto persuasi che è necessario agire con determinazione e senso etico affinché la scuola dell’accesso libero a tutti diventi una scuola di successo per tutti.