Novembre 6

La porta accostata

doorLa porta accostata
di Benedetta Rostan

È da un po’ che la scuola, come il Romanzo in prosimetro di Petronio, è capovolta. Le si chiede di essere inclusiva, sicura, efficiente, efficace e trasparente, modello ed esempio di sopravvivenza, baluardo di civiltà, garante dei diritti sanciti dalla Costituzione ma è stata capovolta e svuotata.

Di fronte ad una pandemia che ha smascherato una politica atavica miope, la scuola capovolta ha retto ad uno scossone, ha perso qualche pezzo: i banchi biposto, le suppellettili storiche, è stato svuotato l’ultimo cassetto con dentro i verbali scritti a penna in bella e ordinata  grafia. 

Ma con queste cose hanno vacillato anche le nostre certezze di Docenti e Dirigenti.

La pandemia ha ridimensionato tutto. Ha dato nuove consapevolezze, ha paradossalmente avvicinato , seppure con difficoltà, la scuola al mondo fuori. E tutti i personaggi che quel mondo credeva cuciti in ruoli stereotipati, la maestra con il gesso e la penna rossa, il Preside chiuso nel suo castello di ghiaccio, sono scesi tra la gente e insieme hanno amaramente compreso che il mondo senza scuola  e senza famiglia si ferma e la famiglia senza scuola, e viceversa, non esistono perché il loro rapporto è “gerarchico funzionale”.

Non è stato facile da un giorno all’altro vedere le aule vuote, i corridoi silenziosi, scorgere i libri sotto i banchi, i disegni non terminati, i lavoretti avviati, vedere tutto cristallizzato come in un incantesimo. Il senso di inadeguatezza, di provvisorietà, di solitudine hanno accompagnato il Dirigente scolastico,  che ha dovuto inventarsi soluzioni e avviare e poi riavviare e poi disfare e poi sperare di aver sistemato tutto e ricominciare a dare certezze. In questi mesi ogni Dirigente con la sua comunità ha avuto contezza dei vuoti emotivi ed educativi che caratterizzano  le famiglie ai tempi dei social. Un tempo rallentato  che ha messo tutti noi di fronte a verità che la fretta e la routine nascondevano o soffocavano. Soprattutto abbiamo finalmente visto i nostri limiti e le nostre mancanze. Un tempo sospeso che fa fatica a ripartire, che ci mette continuamente alla prova, che ci impone di riempire le scuole di cose e di svuotarle delle emozioni. E allora ogni bambino recuperato, ogni docente compreso, ogni genitore conquistato e ogni finanziamento per device arrivato, dà senso alla giornata di un Dirigente che in questo periodo é più Preside o Direttore didattico che Dirigente, perché la priorità è proteggere la scuola da slogan e strumentalizzazioni, è dare una speranza, è continuare a sistemare e progettare, è lasciare lo schermo del tuo pc acceso per collegarti in remoto e illuminare la scuola come se ci fosse una candela sempre accesa per non perdere la strada, un segnale che la porta è solo accostata e una luce di speranza è sempre viva,  mentre dentro ci sono tutti , ma proprio tutti , e aspettano con pazienza di riavviare per salpare in libertà.

 


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Posted 6 Novembre 2020 by admin in category articoli

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