Luglio 26

Si naviga al buio

Orchestral-Manoeuvres-In-The-DarkSi naviga al buio 
di Francesco G. Nuzzaci

Possiamo, con buona ragione, presumere che la – inutilmente corposa – nota prot. n. 1107 del 22-07-2021, licenziata dal capodipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione, che accompagna le – più snelle – ultime indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico per l’inizio del prossimo anno scolastico, sia stata sottoposta al previo accordo con il Signor Ministro: a partire dalla reticenza sull’obbligo della vaccinazione del personale della scuola, derubricata a “eticamente doverosa”, e degli studenti dai 12 anni in su a mano a mano che si avrà il vaccino di Pfizer/BioNTech, recentemente approvato dalle autorità sanitarie. Sicché, per l’elemento decisivo al fine di garantire nel terzo anno dell’era Covid una generalizzata didattica in presenza, si è preferito continuare ad affidarsi al senso civico di coloro fin qui dimostratisi riottosi, con un’opera di moral suasion o con una strategia di spinta gentile, da sostenere con una campagna informativa e una comunicazione efficace: in attesa che sia il presidente Draghi, sperabilmente già nel prossimo Consiglio dei ministri, a sbrogliare la pseudo-intricata matassa facendo scrivere su carta che la libertà sacra e inviolabile del singolo contro imposizioni dello Stato in materia sanitaria non consente di mettere a rischio la salute degli altri, per giunta senza avvisarli e pure pretendendo che lo status di non vaccinato non sia reso noto, allegandosi – a sproposito, con una sua lettura parziale e fuori contesto – la normativa sulla privacy.
Per il resto la nota di accompagnamento va ben oltre il compito di partecipare le determinazioni del CTS rese nella seduta del 12 luglio u.s. su richiesta dello stesso Ministero, e contrassegnate da inopportuna vaghezza ovvero indeterminatezza sul piano operativo.
Tralasciando qui gli altri nodi problematici, perché non nella disponibilità dell’organo tecnico:
a) non è chiara la distanza minima da assicurare in modalità statica e dinamica, sia quando s’indossa la mascherina che quando no, concorrendo nel recare confusione il discordante combinato disposto di cui al Protocollo d’intesa con le OO.SS. di agosto 2020 e al successivo Rapporto ISS Covid-19 n. 4/2021, susseguente alla diffusione della c.d. variante inglese;
b) non è detto quale tipo di mascherine debba essere utilizzato nelle diverse circostanze;
c) non sono precisate le misure igieniche da collegare agli, semplicemente auspicati, interventi edilizi snelli;
d) permane l’incertezza per i c.d. lavoratori fragili, dopo che il primo luglio u.s. sono scadute le specifiche disposizioni della loro tutela.
Va ben oltre, la nota, con argomentazioni del tutto inconferenti e nello stesso tempo contraddittorie.
In primo luogo si profonde in una retorica intrisa di buoni sentimenti, e decisamente sopra le righe, sino a riportare alla luce la scuola su misura di uno dei fondatori del composito movimento dell’attivismo, di oltre un secolo fa e di cui a fatica si troverebbe memoria nei fogli ingialliti dei vecchi concorsi magistrali, sollecitando in proposito la costituzione di una “squadra professionale, dentro ciascuna Scuola, con ciascuna famiglia, tra le varie Scuole, tra Scuola e amministrazione”. Che è la soluzione vincente, “come ha dimostrato, tra il tripudio generale, la Nostra nazionale di calcio, (che) soltanto formando una squadra in cui il Noi viene prima dell’Io si potrà affrontare il difficile orizzonte che ci attende e a cui siamo chiamati”.
Ma poi, con un brusco cambio di stile, bacchetta le istituzioni scolastiche (rectius: i loro dirigenti) perché non prevalgano “attendismo e timore di sbagliare” sul dovere di garantire “il buon andamento” nell’organizzazione del nuovo anno scolastico in presenza “a scuola, nelle aule, nei laboratori, nelle mense, nelle palestre, negli spazi di servizio, nei cortili e nei giardini all’aperto, in ogni altro ambiente scolastico”; senza chiedere il soccorso di una nuova circolare, di un parere esperto, di indicazioni guida che definiscano o chiariscano ciò che gli strumenti normativi e le indicazioni tecniche già rendono disponibile: affermazione opinabile, subito dopo aver avvertito che le indicazioni dello stesso CTS potrebbero subire mutamenti per l’evoluzione del quadro epidemiologico; e dando mostra d’ignorare la realtà, in larga parte del Paese drammatica, dell’edilizia scolastica, congiunta all’inerzia – pur non necessariamente colpevole – degli enti proprietari, con l’aberrante e incivile conseguenza dell’esposizione dei dirigenti scolastici – tranne che non s’inducano a precludere l’accesso ai luoghi, rifugiandosi in una burocrazia difensiva che non appartiene al loro DNA – a responsabilità, anche penalmente sanzionate, e pur se hanno applicato protocolli e linee guida dello stesso CTS, a fronte di una compatta giurisprudenza della Corte di cassazione che, tra le maglie di una vieppiù intricatissima e debordante produzione normativa dettata dall’emergenza, in caso di contagi, equiparati a infortuni sul lavoro, troverà sempre qualche elemento di colpevolezza in chi, privo di poteri di spesa e di reale intervento, per esempio abbia consentito al sovraffollamento di aule – inevitabile, con classi che restano di trenta e passa alunni – o non abbia rispettato i minuziosi parametri tecnici su spazi pro-capite, cubature, aerazione, vie di fuga, e altro elencando, in edifici palesemente e strutturalmente deficitari: norme che permangono tutte vigenti e, anch’esse, tutte disponibili!
Insomma, è la riedizione di un copione consolidato, cui non pare sottrarsi l’Amministrazione guidata dal professor Bianchi, prodiga di buoni propositi e dichiarazioni altisonanti, incessantemente replicati in una frequentazione mediatica che ben poco ha da invidiare a quella dell’inesperta predecessora. E basta.
È d’inoppugnabile evidenza che si naviga tuttora al buio e ci si ritroverà a settembre nel caos degl’interventi estemporanei e disarticolati, esattamente come un anno fa. Non lo dicono soltanto le arcigne Organizzazioni sindacali, ma pure l’Associazione nazionale dei dirigenti scolastici-ANDIS (in Askanews, Roma, 8 luglio 2021), notoriamente pacata nei toni e misurata nei termini.
Perché sono ben poche le situazioni risolte da parte dei comuni con interventi di edilizia leggera o con la sistemazione di spazi all’aperto; per i trasporti, dopo l’incontro con i prefetti a Pasqua, tutto è rimasto identico e s’ipotizzano di nuovo ingressi e uscite scaglionati per la secondaria di secondo grado; dei presìdi sanitari per le scuole ancora non si vede l’ombra; in molte regioni i governatori pensano di far slittare l’inizio delle lezioni ai primi di ottobre, con deleterie ricadute sulla fine dell’anno scolastico 2021/2022 e sulla tempistica di scrutini ed esami.
Il Signor Ministro potrebbe a ragione controbattere di non possedere al riguardo strumenti d’intervento né immediati né incisivi. Ma lo stesso non potrebbe dire sulla mancanza all’appello di circa 200.000 docenti, al netto dei posti accantonati per i concorsi straordinari, STEM e per le immissioni dalla GAE. E nulla si sa dell’organico Covid, dopo il monitoraggio effettuato nelle scuole a luglio dello scorso anno, senza che sia dato ancora di conoscere come s’intende affrontare le situazioni di classi numerose con spazi ridotti.
Decorsi cinque mesi dall’assunzione della carica e pur potendo far affidamento, a differenza dei meno fortunati predecessori, su cospicue risorse del PNRR, i fatti latitano. E l’unica sua nota di de-merito è di aver abrogato in via interpretativa una legge dello Stato (n. 178 del 30 dicembre 2020, art. 1, commi 978 e 979) che, abbassando a 500 (300 nelle zone in deroga) il numero degli alunni per una scuola normo-dimensionata, avrebbe consentito a 380 istituzioni scolastiche, se applicata, di avere un proprio dirigente e un proprio DSGA, sia pure per il solo anno scolastico 2021/2022, anziché essere affidate, contra legem, a doppia reggenza.
Sia le cennate, inesistenti, misure che il – clamoroso – rifiuto di un’opportunità offerta dal Legislatore sono essenziali, oltre che alla vaccinazione, nel rendere possibile la didattica in presenza, in disparte e al momento ogni considerazione sui suoi profili qualitativi.
A suo tempo il ministro Fioramonti si dimise per molto meno.


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Posted 26 Luglio 2021 by admin in category articoli