Marzo 14

A volte ritornano (Giudizi Descrittivi VS Voti per un’efficace valutazione formativa)

A VOLTE RITORNANO
(Giudizi Descrittivi VS Voti per un’efficace valutazione formativa)
di Mario Di Maio

« Valutare non è solo attribuire un voto, ma illuminare una strada».
PHILIPPE PERENNOUD

1.PREMESSA

In una recente video-conferenza organizzata dalla rivista Tuttoscuola, la dottoressa Carmela Palumbo, Capo Dipartimento per il Sistema Educativo di Istruzione e Formazione del Ministero ha commentato l’emendamento presentato nell’ambito del Disegno di legge in discussione al Senato sulla riforma del voto di condotta e che, ricordiamolo, recita: “A decorrere dall’anno scolastico 2024/2025, la valutazione periodica e finale degli apprendimenti, ivi compreso l’insegnamento di educazione civica, delle alunne e degli alunni delle classi della scuola primaria è espressa con giudizi sintetici correlati alla descrizione dei livelli di apprendimento raggiunti. Le modalità della valutazione di cui al primo e al secondo periodo sono definite con ordinanza del Ministro dell’istruzione e del merito.. La funzionaria ha sottolineato che l’intendimento dell’emendamento non costituisce un ritorno al voto ma, soltanto, un tentativo di rendere comunicativamente più semplice una valutazione basata su aggettivazioni di più comprensibile ed immediata conoscenza; d’altronde, ha affermato la dottoressa Palumbo, anche l’Ordinanza n. 172 del 4 dicembre 2020 sulla valutazione periodica e finale degli apprendimenti delle alunne e degli alunni delle classi della Scuola primaria. e le relative Linee-guida prevedevano dei livelli di apprendimento [che, probabilmente, come sarà discusso successivamente, non corrispondono a dei giudizi sintetici (N.d.R.)]. Le modalità della valutazione saranno definite dall’Ordinanza che sarà emanata in seguito all’approvazione del DDL con dei giudizi che continueranno ad essere correlati ai livelli di apprendimento raggiunti.

 La funzionaria del Ministero non si è voluta pronunciare sulla terminologia dei giudizi sintetici e, soprattutto, da quale livello parte la valutazione, come sufficiente o insufficiente.

Le stesse considerazioni le ha fatte il Ministro che, in una recente presentazione di un suo libro, ha affermato che non intende eliminare, bensì semplificare l’attuale valutazione, per renderla chiara e comprensibile soprattutto per le famiglie, aggiungendo alla valutazione analitica (che quindi resterebbe) una sorta di “pagella” con un giudizio sintetico espresso in forma di voto (che è una sintesi ordinale che può essere numerica o non numerica, come quella verso la quale ci si orienterebbe).

  1. L’Ordinanza n.172 del 4 dicembre 2020 e le Linee-guida

Il documento ministeriale dell’O.M. n.172 del 4 dicembre 2020 e delle Linee- guida ad esso allegate, rispondeva ad un’esigenza, più che mai giustificata, di abbandonare un costrutto docimologico basato sui voti numerici per una valutazione per l’apprendimento fondata su elementi di descrittività, anche se poi si è risolta in un ulteriore aggravio di strutturazioni complesse e, spesso, artificiose, per la compilazione, da parte dei docenti, del documento relativo all’individuazione delle competenze disciplinari degli alunni.

Bisogna aggiungere, per onestà intellettuale, che, nell’ambito delle Linee-guida, con l’esplicitazione delle dimensioni (che rappresentano i principali aspetti dell’apprendimento) si offrivano precise indicazioni per la formulazione del giudizio descrittivo, rendendo meno complesso il lavoro dei docenti nell’elaborazione dei giudizi. D’altro canto, una certa prescrittività delle dimensioni relative all’apprendimento su cui basare l’individuazione dei livelli, vincolava, in qualche modo la valutazione anche se si cercava di attenuare tale vincolo con il riferimento alla possibilità che la Scuola, nell’ambito della propria autonomia, potesse inserire ulteriori dimensioni che avrebbero potuto accompagnare il giudizio.

Un’ ulteriore difficoltà, anche se nella “mente” del Legislatore (o della Commissione) la soluzione proposta poteva favorire l’attribuzione delle diverse dimensioni, era quella che gli insegnanti trovavano nelle precisazioni relative ai criteri che, a parte la continuità, hanno reso, in alcune situazioni, piuttosto problematiche le prove di verifica.

Le indicazioni scaturite dai Documenti del 2020 rimandavano, ancora una volta alla funzione certificativa della valutazione che andrebbe decisamente depotenziata perché ogni forma di certificazione significa” omologazione: significa identificare uno scostamento da uno standard o l’allineamento con lo stesso, l’esatto contrario della valorizzazione dell’apprendimento che ogni studente ha sviluppato, nei suoi modi, nelle sue caratteristiche di qualità, nella sua unicità”.(1)

Sarebbe stato più opportuno puntare su strategie valutative che tenessero conto di altri aspetti relativi alla valutazione per l’apprendimento, come quelli che scaturiscono dal” Modello Castoldi”, da allargare dalla valutazione per competenze alla valutazione tout court. Esso presenta le prove per la valutazione “oggettiva”, in primis quelle di verifica riguardanti l’analisi delle prestazioni ma sottolinea l’importanza dei compiti autentici e della documentazione dei processi. Accanto a queste, le riflessioni del pedagogista milanese prendono in considerazione l’autovalutazione attraverso il diario di bordo e l’autobiografia cognitiva e l’etero-valutazione, basata soprattutto sui protocolli di osservazione e sull’interazione tra pari. (2)

Il giudizio descrittivo, comunque, è un riscontro che denota qualche timido progresso per giungere ad una valutazione “certificativa” che non contraddica il costrutto della valutazione come opportunità di apprendimento.

Il Documento di valutazione, infine, ha costituito un importante “banco di prova” in cui le Scuole e i docenti, anche con l’aiuto degli esperti intervenuti nei numerosi Corsi di formazione organizzati per un’efficace implementazione delle nuove strategie valutative, hanno dovuto compiere un’attenta riflessione per cercare di mettere in pratica le richieste scaturite dall’Ordinanza e dalle modifiche dell’impianto valutativo: in modo particolare l’attenzione che il Documento ministeriale sottolineava nella “costruzione” di obiettivi di apprendimento osservabili, privi di ambiguità interpretative e coerenti con le Indicazioni Nazionali. Le Linee-guida

sgombravano, finalmente, il campo da quegli obiettivi che, spesso, non individuavano in modo preciso quali prestazioni si volessero ottenere dagli alunni, fornendo ai docenti delle indicazioni preziose su come compilarli.(3)

  1. I voti e i giudizi sintetici sono più comprensibili dei giudizi descrittivi?

La principale giustificazione per rimodulare completamente la normativa relativa alla valutazione nell’ambito della Scuola Primaria, con particolare attenzione ai giudizi sintetici, a soli quattro anni da una precedente e significativa modifica, è che i livelli di apprendimento espressi attraverso “avanzato, intermedio, base, in fase di prima acquisizione” fossero di difficile comprensione sia da parte delle famiglie sia degli allievi.

Una prima considerazione è relativa al metodo con cui viene esplicitata questa osservazione. Nell’ambito di questi quattro anni il Ministero ha implementato un’attività di ricerca relativa all’introduzione delle innovazioni riguardanti la valutazione? In altri termini, si è operato a livello ministeriale per effettuare “una valutazione della valutazione”? La risposta è negativa. Non è stato effettuato nessun monitoraggio e, quindi, le affermazioni, rispetto alla comunicazione ai genitori, del Ministro e dei suoi funzionari non sono avallate da nessuna ricerca. (4)

Per quanto concerne le questioni di merito si è convinti che il livello di apprendimento “in via di prima acquisizione”, che, comunque è una sintesi collegata ad una descrizione concreta ed analitica di processi ed attività relativi ad obiettivi ben precisi,(5) sia più “fumoso” del giudizio sintetico di” insufficiente”, soprattutto se esso non è collegato ad un riscontro descrittivo? “Ma che senso ha l’uso di questi termini? L’alunno è sufficiente, mediocre rispetto a che? Alla situazione di partenza forse? Alle sue reali capacità”. (6)

Un giudizio di insufficienza dato in modo generico ad un bambino della prima classe della Primaria o, addirittura, come ha paventato il ministro, “gravemente insufficiente”, provoca una situazione di grave disagio psicologico, che può facilmente trasformarsi in un giudizio alla persona piuttosto che ai livelli di apprendimento conseguiti. Questi aggettivi hanno, comunque, un significato “valoriale nella semantica”: “insufficiente” ha un valore negativo. (7)

Il professor Trinchero, dell’Università degli studi di Torino afferma che: “ le Linee-guida definiscono un impianto valutativo centrato sul passaggio da un approccio orientato alla valutazione sommativa (espressa da livelli numerici spesso non legati in modo esplicito agli obiettivi di apprendimento raggiunti dagli allievi) ad un approccio orientato alla valutazione formativa, in grado di produrre giudizi con un elevato potere informativo nei confronti di allievi e famiglie e di indirizzare con chiarezza gli sforzi di tutti gli attori nella direzione del miglioramento dell’allievo.”(8)

Esse sembrano essere particolarmente efficaci dal punto di vista della comunicazione, in quanto collocate in una normativa” che fa della trasparenza uno dei motivi conduttori dei processi di valutazione. Le indicazioni, per effetto anche delle più recenti politiche di rafforzamento del principio di trasparenza nei domini plurali della pubblica amministrazione, soddisfano inoltre istanze più generali di accessibilità piena del patrimonio informativo pubblico e forme diffuse di controllo sull’azione amministrativa”. (9)

Un ulteriore contributo alla discussione che a detta di illustri pedagogisti il Ministero non ha, per niente, aperto, è quello  del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, che nel parere discusso e approvato nella seduta plenaria n. 48 del 02/12/2020  riconosce che nell’Ordinanza e nelle relative Linee-guida c’è un cambio di prospettiva ed una  forza propulsiva “ nel riportare la scuola e i docenti a considerare la valutazione un’operazione complessa – che necessita di una chiara definizione degli obiettivi di apprendimento, dei contenuti e degli approcci metodologici oltre che dei criteri e delle modalità – collegandola alla progettazione didattica in un processo unitario che il voto ha finora schiacciato in una pseudo oggettività e trasparenza che di fatto non esistono,  auspicando inoltre che l’innovazione prevista per la scuola primaria possa contribuire ad avviare una fase di riflessione sulla valutazione degli apprendimenti nel sistema scolastico italiano e a prevedere nell’immediato per la scuola secondaria di primo grado il superamento della valutazione attraverso voti espressi in decimi, in coerenza con le finalità del decreto “valutazione” e con le Indicazioni Nazionali per il Curricolo”. (10)

In sintesi i voti, spesso rappresentati da numeri o lettere, forniscono una valutazione quantitativa del rendimento degli studenti in un determinato compito, esame o corso. I voti, però, possono essere soggetti a interpretazioni soggettive e non forniscono una panoramica completa delle abilità e delle competenze dell’individuo.

I giudizi sintetici, anch’essi brevi e diretti, offrono un resoconto rapido del rendimento complessivo di uno studente in un determinato ambito ma, spesso, mancano di dettagli e contestualizzazione.

I giudizi descrittivi, al contrario, forniscono una valutazione più dettagliata e contestualizzata del rendimento degli studenti. Offrono la possibilità di esprimere in modo più preciso le abilità, le competenze e i progressi di uno studente attraverso descrizioni narrative e specifiche. Questo approccio favorisce una comprensione più approfondita del rendimento degli studenti e può essere particolarmente utile per identificare le aree di miglioramento e fornire un feedback costruttivo.

4.Il Dirigente scolastico e la valutazione formativa

Nell’attesa dell’Ordinanza relativa alla nuova organizzazione della valutazione, è importante che il Dirigente scolastico, nello svolgimento di una corretta leadership educativa, dovrebbe continuare ad implementare una serie di azioni adeguata ai principi della valutazione formativa. Questa visione della valutazione rappresenta un pilastro fondamentale del sistema educativo contemporaneo, orientato a garantire un apprendimento significativo e duraturo agli studenti. In questo contesto, il dirigente scolastico emerge come figura centrale, responsabile di coordinare e implementare pratiche di valutazione efficaci che promuovano il successo degli studenti e il miglioramento continuo delle istituzioni educative.

Egli, quale leader educativo, riveste un ruolo chiave nell’indirizzare la cultura valutativa all’interno della scuola. Deve favorire un clima di fiducia e collaborazione tra docenti, studenti e genitori, incoraggiando una valutazione autentica e inclusiva che rispecchi le diverse esigenze e abilità degli studenti.

La valutazione formativa si distingue per il suo scopo orientato al miglioramento continuo, piuttosto che alla semplice assegnazione di voti. Il dirigente scolastico ha il compito di promuovere una comprensione condivisa di questo concetto tra gli insegnanti, incoraggiandoli a utilizzare una varietà di strumenti e metodologie valutative per monitorare il progresso degli studenti in modo accurato e significativo.

 Deve fornire supporto e risorse ai docenti affinché possano sviluppare competenze valutative avanzate e adattare le pratiche di valutazione alle esigenze specifiche delle diverse discipline e dei diversi contesti di apprendimento.

La valutazione formativa non si limita alla misurazione delle conoscenze acquisite dagli studenti, ma mira anche a sviluppare competenze trasversali cruciali per il successo nel mondo contemporaneo, come la capacità critica, la risoluzione dei problemi e la collaborazione.

Il dirigente scolastico ha il compito di garantire che la valutazione sia inclusiva e equa, riducendo al minimo il rischio di discriminazione e favoritismi. Deve promuovere la diversificazione delle pratiche valutative per adattarsi alle diverse modalità di apprendimento degli studenti e garantire opportunità di successo a tutti.

Un altro aspetto fondamentale del ruolo del dirigente scolastico, nella valutazione formativa, è la gestione dei dati valutativi. Egli deve collaborare con gli insegnanti per analizzare e interpretare i dati raccolti, individuando tendenze e aree di miglioramento per informare le decisioni pedagogiche e metodologiche.

Il dirigente scolastico ha anche il compito d’incoraggiare i docenti affinché  coinvolgano attivamente gli studenti nel processo valutativo, incoraggiandoli a riflettere sul proprio apprendimento, fissare obiettivi personali e partecipare attivamente alla valutazione dei propri progressi.

Egli, insieme agli insegnanti, deve comunicare in modo chiaro e trasparente con gli studenti e le loro famiglie sui criteri e gli obiettivi della valutazione formativa, promuovendo una partnership educativa basata sulla condivisione di responsabilità e obiettivi comuni.

Il dirigente scolastico ha il compito di monitorare, insieme con il suo staff, l’efficacia delle pratiche valutative all’interno della scuola, determinando l’impatto sulle esperienze di apprendimento degli studenti e apportando eventuali aggiustamenti necessari per garantire un ambiente educativo inclusivo, stimolante e centrato sugli studenti.

Il dirigente scolastico, infine, svolge un ruolo essenziale nella promozione della valutazione formativa all’interno delle istituzioni educative. Attraverso il suo impegno e la sua leadership, può favorire un clima di apprendimento positivo e collaborativo, dove gli studenti sono incoraggiati a crescere, a svilupparsi e a raggiungere il loro pieno potenziale.

5.Conclusioni

L’auspicio è quello che il Ministro non sconvolga l’impianto definito dall’Ordinanza sulla valutazione del 4 dicembre 2020, accogliendo le istanze che, da tante parti, gli vengono rivolte, come nella petizione sostenuta da educatori e ricercatori.  “Valutare significa dare valore, la valutazione ha la finalità più ampia di dare valore al percorso di apprendimento di ogni singolo alunno che deve tener conto del contesto da cui proviene, dello stato di partenza, delle difficoltà incontrate come la mancata continuità didattica, ad esempio, dovuta al precariato – scrivono il pedagogista Novara e il maestro Corlazzoli -. Valutare non è  certificare attestare, rendicontare ma “descrivere” il cammino umano e pedagogico di uno studente”.

Si spera che la nuova Ordinanza renda più semplice la valutazione affidandola, anche dal punto di vista delle procedure, in misura maggiore alle Scuole, senza rinunciare all’impianto descritto in quella precedente, in cui la valutazione formativa può essere paragonata alla bussola che guida il viaggiatore e il suo accompagnatore durante il percorso educativo. Così come la bussola indica la direzione da seguire e fornisce feedback costante sulla posizione attuale, la valutazione formativa dovrebbe orientare gli allievi nel loro apprendimento, indicando loro dove sono e dove dovrebbero puntare. Essa, attraverso un processo dinamico e continuo di raccolta di informazioni e di adattamento, non solo misura il progresso degli alunni, ma li supporta nel raggiungimento dei loro obiettivi, consentendo loro di navigare con successo attraverso il complesso terreno dell’apprendimento.


(1) G.Marcolato, Sulla nuova valutazione nella Primaria: criticità concettuali e operative, 2021
(2) M.Castoldi, Valutare a scuola. Dagli apprendimenti alla valutazione di sistema, Carocci, Roma, 2012
(3)  Le Linee Guida O.M. 2020
(4) C.Corsini, Valutazione, si cambia. Di nuovo. Video-conferenza Tuttoscuola, 6 marzo2024
(5) A.M.Notti, Introduzione alla docimologia, Ediprint, Siracusa,1995
(6) F.Da Re, Valutazione, si cambia. Di nuovo. video-conferenza Tuttoscuola, 6 marzo 2024
(7) R. Trinchero, Valutare per formare. Come formulare buoni giudizi descrittivi nella scuola primaria  [29.12.2020], http://www.edurete.org/mat/vf.pdf
(8) A. Turano, L’italiano della valutazione nei giudizi descrittivi della scuola primaria, Italiano a scuola, 4 (2022),  https://italianoascuola.unibo.it
(9) Parere del Consiglio Superiore dell’Istruzione, n. 48 del 2/12/2020


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Posted 14 Marzo 2024 by admin in category articoli